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L'area di conservazione di Ngorongoro

Immagine del redattore: Damiano FurlanDamiano Furlan

Aggiornamento: 28 mar 2024

L'Africa è entrata nel nostro immaginario collettivo come un continente ricco di misteri e segreti, ove la natura più selvaggia la fa da padrone.

Il luogo di cui volevo raccontarvi oggi è un perfetto connubio fra zoologia, geologia, paleoantropologia e culture tribali.


Inquadramento territoriale

Ci troviamo in Tanzania, in particolar modo nell'area di conservazione di Ngorongoro, situata ad est del parco del Serengeti (importante centro di conservazione naturale, con una estensione territoriale che supera i 14.000 chilometri quadrati) e a nord-ovest della città di Arusha (città capoluogo dell'omonima regione).


Vista panoramica del Cratere di Ngorongoro - Crediti: Thomas Huston - CC BY-SA 3.0 (Wikipedia)

Il significato del nome

Nella lingua locale, la parola "Ngorongoro" significa "burrone profondo", nome assolutamente non casuale, dal momento che all'interno dell'area di conservazione si trova la caldera intatta più grande al mondo.


La fauna

Fig. 1.1

Ngorongoro è considerabile una vera e propria perla sotto molti punti di vista, anche per quanto riguarda la ricchezza e la biodiversità faunistica.

A prosperare in queste aree troviamo una moltitudine di specie animali, come ad esempio elefanti, leoni, zebre, ippopotami, gnu, iene, ghepardi, babbuini e tanti altri

ancora; sono degni di nota alcuni esemplari di rinoceronte nero (Diceros bicornis), specie considerata oggigiorno a rischio di estinzione, in stato di conservazione critico.

Fig. 1.1: Sono molteplici le specie che prosperano in questa area, fra cui anche i leoni - Crediti: SajjadF - CC BY 3.0 (Wikipedia) Non sono state apportate modifiche.


L'importanza geologica

Unitamente all'importanza zoologica citata poc'anzi, anche quella geologica si fa sentire in questa zona, dal momento che, proprio qui, è possibile trovare il cratere di Ngorongoro, ovvero la caldera intatta più grande al mondo, situata a ben 2200 metri sul livello del mare.

Gli scienziati stimano che tale cratere si sia formato intorno a 2,5 milioni di anni fa a seguito di uno sprofondamento di un antico vulcano.


Le misurazioni parlano di circa 16 chilometri di diametro e ben 265 chilometri quadrati di estensione totale.


Fig. 1.2

Al centro del cratere, inoltre, è possibile osservare un lago, chiamato lago Magadi, il quale, oltre a presentare delle acque basse, durante la stagione secca tende a prosciugarsi.

Oltre al cratere principale ve ne sono anche due di minori, chiamati Olmoti ed Empakai.



Fig. 1.2: Lago Magadi visto da una altura - Crediti: Harvey Barrison - CC BY-SA 2.0 (wikipedia)


Adesso come un tempo...

Anche per i paleoantropologi questo è un luogo di estrema importanza, è infatti divenuto, grazie al ritrovamento di alcuni resti di uomini primitivi, un sito di importanza mondiale per lo studio dell'evoluzione umana; il sito delle gole dell'Olduvai, infatti, è noto per essere considerata "la culla dell'umanità".


Membri del popolo Masai - Crediti: Brutere (Wikipedia)

Ma non sono soltanto i resti di antichi ominidi a farci sognare, ma anche alcune popolazioni indigene, che vivono tutt'oggi come un tempo (sebbene abbiano avuto delle influenze occidentali nel corso della loro storia).

Questa popolazione di allevatori semi-nomadi, divisa in clan, prende il nome di Masai, e prospera proprio in Tanzania, in corrispondenza dell'area di conservazione di Ngorongoro.




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