Vedete questa pianta?
Probabilmente penserete che sia un vegetale come tanti altri, che non abbia dunque nulla di speciale...
Si tratta di Arctium lappa, nota comunemente come bardana, una pianta erbacea angiosperma membro della famiglia delle Asteraceae.
Questo semplice vegetale deve la sua fama ad una persona, in particolare ad un ingegnere svizzero di nome George de Mestral, il quale riuscì a trarre ispirazione da essa per inventare qualcosa che avrebbe rivoluzionato una volta per tutte la nostra quotidianità e non solo.
Una passeggiata innovativa
Nel 1941 George, insieme al suo cane, fece una tranquilla passeggiata nel bosco, solo che, una volta rincasato, notò che attaccato al pelo del suo cane e ai suoi pantaloni c'erano delle strane strutture rimaste impigliate per qualche strano motivo...
Incuriosito da questo fenomeno, decise di analizzare quelle strane strutture simili a dei ricci rimaste impigliate ovunque.
Tanti piccoli uncini...
Analizzando quelle specie di ricci, notò che nella sommità di ogni aculeo era presente una sorta di piccolo uncino, struttura che ne permetteva l'ancoraggio in ogni dove.
Da questa semplice osservazione George del Mestral iniziò a sviluppare e a mettere a punto un nuovo sistema di chiusura rapida, quello che oggigiorno chiamiamo "Velcro".
L'origine del nome
Il nome "Velcro" deriva dalla fusione della parola "velours": velluto e "crochet": uncino, non a caso, infatti, il Velcro è munito di due parti: una striscia dotata soltanto di piccoli uncini, mentre l'altra di piccole asole.
"Velcro", inoltre, è il nome stesso dell'azienda produttrice di questi particolari sistemi di chiusura rapida ispirati da madre Natura stessa.
Andate e moltiplicatevi
Il sistema che ha permesso a George di sviluppare e mettere a punto il Velcro viene utilizzato dalla pianta abitualmente per poter diffondere efficacemente i propri semi su grandi distanze.
Gli uncini, infatti, attaccandosi ai peli degli animali, permettono ai semi di essere trasportati e in seguito rilasciati distanti dal luogo di origine, questo sistema prende il nome di zoocoria o disseminazione zoocora.
Nella fattispecie questo tipo di disseminazione prende il nome di epizoica, dal momento che i semi rimangono attaccati sulla superficie degli animali.
Differisce dunque dall'endozoica, che prevede la disseminazione dei semi attraverso le feci degli animali (gli animali, mangiando i frutti, ingeriscono anche i semi, i quali vengono in seguito espulsi all'esterno mediante la defecazione).
Fonti:
Biomimesi - Quando la natura ispira la scienza (libro)
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