Sconfinato: un termine che si addice perfettamente al mondo dei vegetali.
Nel corso dell’evoluzione, le piante hanno assunto strutture, morfologie e peculiarità molto affascinanti, nonché all’apparenza provenienti da chissà quale mente stravagante e fantasiosa.
Talvolta i frutti, le foglie, o i fiori assumono forme e strutture che noi esseri umani interpretiamo e associamo ad oggetti con cui abbiamo a che fare quotidianamente.
In particolar modo, gli esseri umani, vedendo il frutto della Kigelia africana, ovvero la specie principe di questo articolo, hanno pensato… alle salsicce!
Lasciate dunque che vi presenti proprio Kigelia africana, il cosiddetto “albero delle salsicce”!
Habitat e diffusione

Come per diverse altre specie già trattate in precedenza (basti pensare ad esempio alla Jacana africana, nota scientificamente come Actophilornis africanus, oppure al bufaga beccogiallo, chiamato Buphagus africanus), anche questa, come si può ben comprendere leggendone l’epiteto specifico, è originaria del continente africano.
Gli stati in cui è possibile imbattersi in questa specie sono numerosissimi, come ad esempio Gabon, Mozambico, Zambia, Liberia, Congo, Senegal, Angola, Botswana e tantissimi altri ancora, situati tutti nell'Africa subsahariana.
Trattandosi di una specie diffusa in Africa, K. africana predilige climi particolarmente caldi, tipici degli ambienti tropicali, come ad esempio savane, foreste o zone umide nell’entroterra, situati ad una altitudine ideale che varia dai 0 ai 3000 metri sul livello del mare.
Fig. 1.1: Vista satellitare del continente africano - Crediti: NASA.
L'albero che non ti aspetti

Prima di parlare della vera stranezza di questo albero, è opportuno parlare un po' in generale di come si presentano gli esemplari di Kigelia africana, nonché di alcune informazioni generali.
Unica specie appartenente al genere Kigelia, in termini di classificazione sistematica, il cosiddetto "albero delle salsicce", noto in inglese come "sausage tree", appartiene all'ordine Lamiales e alla famiglia Bignoniaceae, ovvero alle stesse in cui rientra un'altra specie di pianta appena trattata qui su Roots of Existence, ovvero Jacaranda mimosifolia.
Incredibile, no?

Caratterizzati da una chioma piuttosto allargata e arrotondata, nonché da foglie ruvide imparipennate e dalla forma ovata o ellittica, è considerato sia deciduo che perenne, a seconda delle zone in cui prospera (deciduo nelle aree caratterizzate da scarse precipitazioni ed elevata siccità, perenne invece dove insistono piogge per tempi più prolungati), gli esemplari di Kigelia crescono in genere fino ad un massimo di 20 metri di altezza.
Anche i fiori di quest'albero sono piuttosto intriganti: raccolti in delle pannocchie che pendono dai rami, dalla forma a campana, presentano un colore rosso scuro nella parte interna, mentre rosso delle venature di colore giallo in quella esterna.

Dal centro del fiore si dipartono dei filamenti, ai cui apici è possibile trovare le antere, indispensabili per l'impollinazione.
Dalla durata piuttosto esigua (in genere 1 solo giorno), i fiori sbocciano al calar della sera, producendo per altro un cattivo odore, periodo della giornata in cui entrano in attività i principali impollinatori di questa specie: i pipistrelli, tuttavia anche altre specie animali possono ricoprire dei ruoli importanti in questo processo.
Fig. 1.2: Esemplare di Kigelia africana presso il Parco Nazionale del Serengeti - Crediti: Bjørn Christian Tørrissen (CC BY-SA 3.0).
Fig. 1.3: Foglie di K. africana fotografate a Kolkata, in India - Crediti: J.M.Garg (CC BY-SA 3.0).
Fig. 1.4: Fiori di Kigelia africana (da in alto a sinistra in senso orario):
Fiori aperti e chiusi di Kigelia africana - Crediti: Abubiju (CC BY-SA 3.0);
Fiori raccolti in una pannocchia fotografati durante la notte - Crediti: Margaret Donald (CC BY-SA 2.0);
Fiore dell'albero delle salsicce - Crediti: Delince (CC BY-SA 3.0).
Un frutto piuttosto singolare

Se il portento della Jacaranda era il fiore, per la Kigelia è lo step successivo, ovvero il frutto.
La grande peculiarità di questa specie arborea, come si può ben intendere guardando alcune foto, sono proprio i frutti, che, come detto poc'anzi, sono stati associati, a causa della loro forma, alle salsicce (tuttavia, manco a dirlo, di salsicce di certo non si trattano).
Capaci di raggiungere dimensioni impressionanti, in genere 50 centimetri di lunghezza (anche se talvolta viene indicato come limite massimo il metro) e circa 15 di larghezza, con un peso che può aggirarsi sui 10 chili, questi ultimi sono collegati all'albero tramite dei lunghi peduncoli (strutture che non fanno altro che ricordare la somiglianza con delle salsicce, o ancor di più con i salami legati ai travi delle cantine).
Di colore variabile dal grigio al marrone, la sua superficie esterna ricorda molto il legno, mentre al suo interno presenta una composizione più fibrosa.
La disseminazione dei semi presenti al loro interno avviene mediante gli animali di grossa taglia tipici dei paesaggi africani, grazie ad esempio al trasporto mediante le feci, tuttavia non è strettamente necessario.
Fig. 1.5: Frutti di Kigelia africana (Da in alto a sinistra in senso orario):
Frutti del cosiddetto "albero delle salsicce" - Crediti: Bjørn Christian Tørrissen (CC BY-SA 3.0);
Frutti della Kigelia appesi all'albero madre mediante i peduncoli - Crediti: Bhaskaranaidu (CC BY-SA 3.0);
Frutto di K. africana - Crediti: Mk2010 (CC BY-SA 3.0);
Frutto di K. africana - Crediti: Dr. Thomas Wagner (CC BY-SA 3.0);
Frutto di Kigelia in fase di accrescimento appeso all'albero madre - Crediti: Daniel Di Palma (CC BY-SA 4.0).
Una pianta miracolosa
Sebbene questa pianta possa sembrare ai più una "semplice" perla dell'evoluzione, nonché piuttosto simpatica a vedersi, in realtà questa specie conserva dentro di sé molto di più.
Innanzitutto K. africana viene talvolta considerata dalle popolazioni locali come una pianta sacra, il che già la rende piuttosto importante da un punto di vista culturale, tuttavia non è finita qui: le stesse popolazioni locali fanno grande uso di questa specie poiché è ritenuta per la medicina tradizionale capace di curare innumerevoli malattie, che possono andare da disturbi gastrici a reumatismi, passando per psoriasi, diarrea fino alla guarigione delle ferite.
Ovviamente, in quanto specie potenzialmente velenosa (per quanto riguarda i frutti acerbi), è opportuno prestare molta attenzione all'utilizzo che se ne fa.

Fig. 1.6: Albero di K. africana con numerosi frutti pendenti fotografato nel Murchison Falls National Park in Uganda - Crediti: Jessp (CC BY 2.5).
Alla conquista di nuove terre

Sebbene, come detto all'inizio di questo articolo, Kigelia sia originaria di una zona estremamente ampia dell'Africa subsahariana, questa specie è stata tuttavia introdotta in diverse altre aree del mondo, per lo più per un utilizzo ornamentale, aventi tutte delle condizioni ambientali favorevoli per la sua crescita, dunque caratterizzate da climi tropicali.
Ecco dunque che il celeberrimo albero delle salsicce è possibile trovarlo anche in stati come India, Cina, Malesia, Tailandia, Cuba, Australia, California, Brasile e moltissimi altri ancora.
Fig. 1.7: Esemplare di K. africana con tanto di frutti pendenti fotografato nella savana - Crediti: Robur.q (CC BY-SA 3.0).
Calma piatta per le salsicce

Da un punto di vista conservazionistico, fortunatamente, questa specie è stata classificata dall’IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura) come "Least Concern", dunque "Rischio Minimo".
Nonostante Kigelia africana possa vantare una popolazione piuttosto stabile, non avendo dunque particolari scompensi, esistono comunque delle possibili minacce che potrebbero in qualche modo intaccarne la sua integrità, in particolar modo legate all'ottenimento di materiale impiegato nella falegnameria, nello specifico nella realizzazione di canoe, utensili vari e molto altro.
Fig. 1.8: Esemplare di K. africana fotografata nella savana a Nakuru, in Kenya - Crediti: flightlog (CC BY 2.0).
Crediti immagine di copertina: Bhaskaranaidu (CC BY-SA 3.0).
Fonti:
IUCN Red List (Kigelia africana)
CABI Digital Library
Missouri Botanical Garden
Comentários