Quando si osservano strutture naturali piuttosto inusuali, siano esse presenti su animali o vegetali, si tende sempre, in un primo momento, a dare spiegazioni un po’ fantasiose, quasi al limite della realtà.
È proprio questo il caso di Socratea exorrhiza, quella che comunemente viene chiamata “la palma errante”, a causa del suo apparato radicale piuttosto inusuale, simili a delle gambe. A partire dall'osservazione di questa strana conformazione, nel corso degli anni, si sono diffuse delle dicerie circa le sue capacità di muoversi nell’arco della sua vita, alcune delle quali affermano persino che tali esemplari sarebbero capaci di muoversi fino a 20 metri in un anno.
Ma, perché si è ipotizzato questo presunto fenomeno e a cosa servono, veramente, delle radici così particolari?
Andiamo con ordine...
Habitat e diffusione
La misteriosa palma in questione è diffusa sia al centro che nel sud America, in stati come Colombia, Bolivia, Brasile, Panama, Venezuela, Guyana, Costa Rica, Ecuador e diversi altri (per vedere l’areale completo consulta la relativa scheda dell’IUCN).
Gli ambienti ideali per la crescita e sviluppo di questa specie di vegetale sono le foreste calde e tropicali tipiche del centro-sud America, con una altezza sul livello del mare non eccessiva, in quanto il limite massimo a cui possono crescere sono i 1000 metri di altitudine.
Fig. 1.1: Gli ambienti prediletti da questa specie si trovano nel centro-sud America, in particolar modo nelle foreste pluviali - Crediti: NASA.
Delle radici inusuali
Ad aver acceso la fiaccola della curiosità, tanto negli appassionati quanto nei ricercatori, è stato proprio il particolarissimo apparato radicale di questa specie vegetale.
A prima vista, potrebbe apparire un po’ fuori posto: la ramificazione delle radici non avviene al di sotto della linea del terreno, bensì molto prima, rendendo così la prima parte dell’apparato radicale ben visibile all’esterno (queste radici si sviluppano nella parte epigea, ovvero “sopra alla terra” e non ipogea, ovvero “sotto il terreno” e prendono il nome di radici aeree).
Ma quale potrebbe essere la spiegazione dietro a questa così particolare conformazione?
Una delle prime interpretazioni che è stata data per tentare di spiegare tale fenomeno, in seguito ripetuta dalle guide turistiche, è che tali strutture servissero alla pianta per potersi spostare da un punto ad un altro, magari alla ricerca di un luogo con una maggiore esposizione solare.
Per potersi spostare si è pensato che tale pianta facesse morire determinate radici, facendone crescere di nuove verso una direzione più favorevole, riuscendo così a muovere il tronco principale.
Nonostante questa visione un po’ fantasiosa, che personalmente mi ricorda sotto certi aspetti alcune scene del film di animazione “Rango” in cui c’erano alcune specie di piante che, per cercare l’acqua, si spostavano attivamente, la chiave di lettura dietro a questa particolare conformazione potrebbe essere più semplice del previsto.
Fig. 1.2: Radici aeree di un esemplare di Socratea exorrhiza fotografate in Costa Rica, nel parco internazionale La Amistad - Crediti: Ruestz (CC BY-SA 3.0) Wikipedia
Fig. 1.3: Esemplare di S. exorrhiza in Costa Rica - Crediti: Asa Berndtsson (CC BY 2.0) Wikipedia
Una quadra alla questione
Nel corso degli anni sono state avanzate diverse ipotesi che tentavano di fornire una spiegazione coerente e realistica per questa struttura così peculiare: una delle prime risale ancora al 1980, anno in cui venne pubblicato un articolo scientifico da parte di Bodley e Benson, nel quale si affermava che, qualora un esemplare di S. exorrhiza dovesse essere abbattuto a causa di un albero, esso sarebbe comunque capace di sopravvivere, facendo morire le vecchie radici e sviluppandone di nuove, riuscendo in questo modo a raddrizzarsi e restaurare la sua posizione originaria, con l'unica differenza che si troverebbe in un luogo diverso dal quale è germinato.
Nel 2005, invece, venne pubblicato un articolo da parte di Gerardo Avalos nel quale propone che la peculiare struttura delle radici non servisse alla pianta di spostarsi, abbandonando dunque l'idea di una palma errante.
Ad oggi una delle teorie più accreditate afferma che le radici di S. exorrhiza servano principalmente per due motivazioni, ovvero: permettere all’apparato fogliare (dunque la parte che svolge la fotosintesi) di raggiungere quanto prima una certa altezza, in modo tale da evitare l’ombra degli alberi ad alto fusto tipici delle foreste pluviali ed essere così illuminato dalla luce solare; e la capacità di dare alla pianta una maggior stabilità meccanica: così facendo, infatti, a differenza delle altre specie di alberi, potrà contare su delle solide fondamenta, senza l’enorme dispendio di risorse per aumentare il volume del tronco principale.
Inoltre questo tipo di radici potrebbe servire anche per donare una maggior resistenza in caso di inondazioni, fenomeni che possono avvenire in ambienti come le foreste pluviali dell’Amazzonia, tuttavia questa ipotesi non sembrerebbe essere confermata.
Fig. 1.4: Disegno schematico che mostra in maniera semplice il processo secondo il quale gli esemplari di Socratea exorrhiza sarebbero capaci di muoversi da un punto ad un altro, in seguito all'abbattimento dovuto ad un albero. Crediti: Smartse - Bodley, John; Foley C. Benson (March 1980). "Stilt-Root Walking by an Iriateoid Palm in the Peruvian Amazon" (CC BY-SA 3.0) Wikipedia.
Fig. 1.5: Esemplare visto dal basso - Crediti: David J. Stang (CC BY-SA 4.0) Wikipedia.
Il genere Socratea
Socratea exorrhiza non è l’unica specie appartenente, appunto, al genere Socratea, ce ne sono diverse altre, le quali sono diffuse ugualmente in America centro-settentrionale, come ad esempio: Socratea hecatonandra, diffusa in Colombia ed Ecuador, capace di vivere fino a 1300 metri di altitudine e classificata dall’IUCN come “Rischio Minimo”, sebbene con dei dati piuttosto carenti circa la sua popolazione e il suo trend; Socratea karstenii, diffusa in Venezuela, capace di vivere da un minimo di 350 metri di altitudine fino ad un massimo di 1650, classificata dall’IUCN come “Vulnerabile”, a causa del sul trend di popolazione in decrescita; Socratea rostrata, diffusa in Colombia, Ecuador e Perù, capace di vivere da un minimo di 100 ad un massimo di 2100 metri di altitudine e classificata secondo l’IUCN come “Rischio Minimo”, grazie alla sua popolazione piuttosto stabile; Socratea salazarii, diffusa in stati come Perù, Bolivia e Brasile e classificata dall’IUCN come “Rischio Minimo”, sebbene, anche in questo caso, con dati carenti sulla sua popolazione.
Nonostante questa seppur limitata variabilità di specie, S. exorrhiza resta comunque quella più nota al grande pubblico.
Fig. 1.6: Esemplari di Socratea exorrhiza fotografate dall'alto in Costa Rica - Crediti: Hans Hillewaert (CC BY-SA 3.0)
Un unicum in natura?
Fra le varie domande che possono sorgere quando si descrivono certe peculiarità tutte naturali, una spicca fra tutte: ma esistono altre specie di piante con radici simili in giro per il globo, oppure è un unicum?
Ebbene, quelle di S. exorrhiza non sembrano essere le uniche radici fatte in questo modo, un altro caso è ad esempio quello di Iriartea deltoidea, una specie di pianta appartenente anch’essa alla famiglia Arecaceae, diffusa in Sud America, in stati come Colombia, Costa Rica, Bolivia, Brasile ed altri, capace di vivere fino ad un massimo di 1300 metri di altitudine. Quest’ultima specie è classificata secondo l’IUCN come “Lest Concern”, dunque “Rischio Minimo”, tuttavia il suo andamento demografico, così come la sua popolazione sono sconosciuti.
Fig. 1.7: Fotografia in cui sono raffigurati un esemplare di Iriartea deltoidea e un esemplare di Socratea exorrhiza in Ecuador - Crediti: yakovlev alexey (CC BY-SA 2.0) Wikipedia
Pericoli in vista?
Secondo L’IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura) S. exorrriza è classificata come specie “Least Concern”, ovverosia “rischio minimo”.
Nonostante questa classificazione, S. exorrhiza presenta ugualmente delle grandi minacce che, prima o poi, potrebbero andare a danneggiare sensibilmente il numero della sua popolazione.
Fra i pericoli principali troviamo ad esempio l’attività edilizia, ampiamente diffusa negli ultimi anni in quelle aree, conversione dell’ecosistema, disturbo delle specie, degrado del suolo, perdita di habitat e la grande croce che deve sopportare, ormai da decenni, il sud America, ovvero la deforestazione.
Nello specifico, quest’ultima minaccia è dovuta a diversi fattori, come ad esempio: attività mineraria, attività legate all’agroindustria e all’allevamento.
Nonostante anni ed anni di ricerche, probabilmente questa pianta non è stata ancora compresa del tutto dai ricercatori, custodendo ancora dei segreti fra le sue radici; tuttavia una cosa è possibile dire con certezza: l'idea di una pianta capace di muoversi fino a 20 metri in un anno è ben lungi dall'essere reale.
Fig. 1.8: Radici di S. exorrhiza fotografate a Panama. Molto curioso è il modo con cui queste radici si innestano sul tronco principale, dando quasi l'impressione che lo stiano trafiggendo - Crediti: Katja Schulz (CC BY 2.0)
Fonti:
Palmpedia (Socratea exorrhiza)
Palmpedia (Iriartea deltoidea)
Se vuoi approfondire le altre specie citate in questo articolo puoi comodamente visitare le rispettive schede dell’IUCN dai link qui sotto:
Socratea hecatonandra SCHEDA
Socratea karstenii SCHEDA
Socratea rostrata SCHEDA
Socratea salazarii SCHEDA
Iriartea deltoidea SCHEDA
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