Per quanto riguarda la zoologia, qui su Roots of Existence, nel corso dei mesi, ho avuto modo di parlarvi di diversi fenomeni peculiari, più che altro riguardanti il mimetismo, come nel caso della falena calabrone (Sesia apiformis), la farfalla foglia (Kallima inachus), oppure fenomeni di parassitismo, come ad esempio la strana relazione fra alcune specie di formiche e un fungo parassita chiamato Ophiocordyces unilateralis, tuttavia non vi avevo ancora presentato dei fenomeni di simbiosi fra specie animali.
Lasciate dunque che vi presenti una specie di uccello piuttosto particolare, all'apparenza abbastanza anonimo, ma in vero molto utile per l'ecosistema e per certe specie animali, anche se talvolta dal comportamento un po' controverso: Buphagus africanus.
Habitat e diffusione

Chiamato comunemente bufaga beccogiallo, oppure in inglese yellow-billed oxpecker, il suo nome scientifico è tuttavia Buphagus africanus.
Appartenente all'ordine Passeriformes e alla famiglia Buphagidae, questa specie di uccello, come si può ben intendere leggendo l'epiteto specifico, è diffusa in Africa, in particolar modo nel centro-sud, anche se il suo areale risulta piuttosto frammentato e poco omogeneo (come si può ben vedere dalla mappa).
Gli Stati in cui è possibile imbattersi in questa specie sono molteplici: dal Burkina Faso, Burundi, Congo, fino al Rwanda, Zambia, Malawi e moltissimi altri (è possibile consultare la lista completa direttamente nella pagina dedicata sul sito Red List IUCN, vedi le fonti).
Gli habitat ideali per B. africanus sono prevalentemente la savana e la foresta, o comunque le zone umide nell'entroterra, caratterizzate da acque dolci.
Fig. 1.1: Areale in cui è diffusa la specie Buphagus africanus, nota comunemente come bufaga beccogiallo - Crediti: Cephas (CC BY-SA 3.0)
Caratteristiche morfologiche

Ogni specie animale, chi più, chi meno, presenta senza ombra di dubbio delle caratteristiche peculiari, che fanno di essa caratteristica e indistinguibile dalle altre.
Nella fattispecie, questa specie presenta come peculiarità proprio il becco, caratterizzato da un colore giallo acceso nella parte iniziale, mentre di un altrettanto rosso acceso nella parte terminale: non a caso il nome comune di questa specie è proprio bufaga beccogiallo.
Questa specie non è tuttavia da confondere con un'altra appartenente sempre alla stessa famiglia, ovvero il bufaga beccorosso (Buphagus erythrorynchus), caratterizzato questa volta da un becco completamente rosso, nonché ad una specie di corona di colore giallo attorno agli occhi.
Lungo circa 20 centimetri, per quanto concerne il piumaggio, nella parte superiore presentano un colore grigio scuro, tendente al marroncino, mentre nella parte inferiore più chiaro, di colore marroncino chiaro.
Altre due caratteristiche particolari sono gli occhi, anche in questo caso di un rosso sgargiante, cosa che ne facilita molto il riconoscimento, e degli artigli piuttosto lunghi e affilati, indispensabili per potersi ancorare e sorreggere agli animali da cui trae nutrimento.

Fig. 1.2: Due esemplari di bufaga beccogiallo sopra ad una zebra, fotografati in Senegal - Crediti: Charles J. Sharp (CC BY-SA 4.0).
Fig. 1.3: Esemplari di Buphagus africanus, da in alto a sinistra in senso orario:
Esemplare di B. africanus sul muso di un bufalo fotografato in Botswana - Crediti: Derek Keats (CC BY 2.0);
Bufaga si nutre sopra ad un ospite in Gambia - Crediti: Steve Garvie (CC BY-SA 2.0);
Bufaga beccogiallo fotografato in Sudafrica - Crediti: Bernard DUPONT (CC BY-SA 2.0) - Adapted;
Gruppo di esemplari di Buphagus africanus sopra ad un animale fotografati in Gambia - Crediti: Steve Garvie (CC BY-SA 2.0);
Due esemplari di Bufaga si nutrono attaccate al corpo di una giraffa in Namibia - Crediti: Per Arne Slotte (CC BY-SA 2.0);
Una dieta insolita
Arrivati a questo punto è opportuno domandarsi: di cosa si nutre questa specie? Quali sono le sue abitudini alimentari? Presto detto.
Oltre al suo becco dal colore così sgargiante, la peculiarità risiede proprio nella dieta: Buphagus africanus, nel corso dell'evoluzione, ha trovato proficuo trarre nutrimento dagli insetti o aracnidi, ma non qualsiasi, bensì quelli che trova attaccati agli animali di grossa taglia che prosperano proprio in Africa, come ad esempio zebre, giraffe, rinoceronti, bufali, ecc... andando così ad instaurare dei rapporti di simbiosi mutualistiche molto utili per la fauna, dal momento che, così facendo, vanno a rimuovere anche pericolosi e fastidiosi parassiti che altrimenti sarebbero complicati da rimuovere.

Per poter attingere a questa enorme fonte di risorse, gli esemplari di questa specie possono arrivare anche a tagliare la pelle degli animali su cui si poggiano al fine di scovare proprio questi organismi, in particolar modo parassiti.
Ecco dunque che la lista di organismi di cui si nutre è piuttosto variegata: dalle semplici larve, passando per pulci, zecche, tafani e molto altro ancora.
Questa specie di uccello, come se non bastasse, talvolta si nutre anche del cerume degli animali su cui si poggia, rendendolo dunque un vero e proprio addetto alle pulizie.
Siccome, come detto poc'anzi, questa specie per poter attingere a certi insetti arriva a lacerare la pelle degli animali, questi ultimi finiscono per mangiare anche pezzi di carne proprio delle specie su cui si poggiano, nonché il loro sangue, andando così anche ad arricchire la loro dieta.
Sebbene questa specie possa essere considerata un organismo che vive in simbiosi con i grandi mammiferi africani, poiché va ad eliminare fastidiosi parassiti infestanti, è tuttavia interessante evidenziare come quest'ultimo fenomeno possa essere considerato come una specie di parassitismo, poiché gli esemplari di Buphagus africanus, talvolta, nutrendosi dalle ferite degli animali, possano andare a creare infezioni, o riaprire vecchie ferite rimarginate, generando così un danno agli animali.
La natura, molto spesso, è molto più variegata di ciò che sembra, e in essa non è sempre tutto bianco o nero.
Fig. 1.4: Due esemplari di Bufaga beccogiallo sopra ad un ippopotamo - Crediti: Thomas Fuhrmann (CC BY-SA 4.0).
Il significato del nome
Come tutte le specie descritte dalla scienza fino ad ora, anche questa possiede un suo nome scientifico, che ricordiamo essere Buphagus africanus.
Come abbiamo visto in precedenza, l'epiteto specifico, ovvero "africanus", è ovviamente un chiaro riferimento al luogo in cui questa specie prospera, tuttavia il nome del genere, ovvero "Buphagus" non è di certo casuale, ma deriva dalla fusione di due parole greche "bous": bue e "Phagein": mangiare, che significa letteralmente "mangiatori di buoi".
Sebbene possa sembrare una traduzione un po' grottesca, in realtà non è altro che un chiaro riferimento alle su abitudini alimentari, in quanto fra le varie specie di cui si serve per poter trarre nutrimento vi sono proprio i buoi.

Questo principio vale anche per l'altra specie di Buphagus prima descritta, ovvero B. erythrorynchus: in questo caso l'epiteto specifico non fa riferimento al luogo in cui prospera, bensì al caratteristico becco rosso.
L'epiteto specifico "erythrorynchus", non è altro che la fusione di due parole, ovvero "erythro", che significa rosso, e "rynchus" che significa becco.
Fig. 1.5: Esemplari di Buphagus erythrorynchus, da in alto a sinistra in senso orario:
Esemplare di Buphagus erythrorynchus presso il parco nazionale Kruger, in Sudafrica - Crediti: Derek Keats (CC BY 2.0);
Esemplare di B. arythrorgynchus attaccato ad un ramo - Crediti: Gerrie van Vuuren (CC BY-SA 4.0);
Areale del bufaga beccorosso - Crediti: Cephas (CC BY-SA 3.0).
Stato di conservazione

Secondo L'IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura), tanto la Bufaga beccogiallo, quanto la bufaga beccorosso, sono classificati come "Least Concern", ovvero "Rischio Minimo", possedendo infatti una popolazione piuttosto stabile in termini di numero di individui.
Come spesso accade, nonostante certe specie siano classificate come rischio minimo, esistono comunque delle minacce che possono andare a danneggiare la popolazione, causandone dunque una diminuzione. Nella fattispecie, sia la popolazione di Buphagus africanus che di Buphagus erythrorynchus sono attualmente in diminuzione, tuttavia non sono note particolari minacce che possano minare la stabilità della loro specie.
Fig. 1.6: (In alto): esemplare di bufaga beccogiallo fotografato nel Chobe National Park, in Botswana - Crediti: Derek Keats (CC BY 2.0) Reduced;
(In basso): esemplare di bufaga beccorosso sopra alla testa di un impala - Crediti: Charles J. Sharp (CC BY-SA 4.0).
Fonti:
IUCN Red List (Buphagus africanus)
IUCN Red List (Buphagus erythrorynchus)
Britannica (oxpecker)
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